Illustrazioni in testata da "I libri gialli" Mondadori (n.208, anno 1939, ill. di Abbey), "il Giallo Mondadori", (nn. 2224, 2271, 2450, tutte di Prieto Muriana).
In basso a destra copertina del n.61 dei "Gialli Garzanti", di Fulvio Bianconi.

Testi di Elisabetta Camerlo

Dorothy Leigh Sayers

 DorothyL’unica figlia del reverendo Henry Sayers, pastore della Chiesa Anglicana, nasce a Oxford, il 13 giugno 1893. La ragazzina è piuttosto sgraziata e, delle poche fotografie della scrittrice in circolazione, sembra non sia molto migliorata con il tempo. Inoltre è figlia unica, viziata, abituata a stare con gli adulti; il padre le insegna il latino e le lingue moderne e questa esperienza per la sua vivace intelligenza è entusiasmante, come racconterà poi in The Teaching of Latin: a New Approach pubblicato postumo. Oltre a questo, naturalmente, familiarizza fin dalla prima infanzia con la teologia. L’approccio precoce determina l’atteggiamento di tutta la sua vita verso la cultura e la religione: un’adesione appassionata e curiosa, confidenziale e priva di affettazioni, talvolta irriverente. Qualche tempo dopo la nascita della bambina la famiglia si trasferisce nella East Anglia. A giudicare dalla descrizione che la scrittrice ne offre in The Nine Taylors, la regione le appare desolata, malinconica, isolata dal resto del mondo a causa del clima sfavorevole e della minaccia costante delle acque, legata a ricordi di epoche remote, come le enormi chiese gotiche dove i pochi parrocchiani “quasi si perdono”, e Cromwell che ricorre nei discorsi della gente semplice, come fosse morto da poco (“Peter era ormai abituato alla continua intrusione del Lord Protettore negli affari locali, ma nel caso presente la trovò alquanto ingiustificata”). L’insieme di queste esperienze contribuisce a fare della giovane Dorothy un personaggio non omologabile, destinato ad incontrare più di una difficoltà nel suo accesso alla vita sociale, quando lascia la famiglia per entrare nella scuola superiore. È eccentrica davvero, non come il suo eroe, Lord Peter Wimsey, la cui eccentricità è, tutto sommato, abbastanza convenzionale, ed ha vaste conferme e numerose anticipazioni nella letteratura inglese dell’Ottocento. Il conflitto di Dorothy con i suoi contemporanei è più profondo e drammatico, va al di là dell’epidermico piacere di scandalizzare i presuntuosi e gli sciocchi, ha gravi ripercussioni sul suo sistema nervoso, sfocia in scelte di vita che ai nostri occhi appaiono rinunciatarie, come l’abbandono dell’ambiente accademico, il matrimonio con un uomo molto inferiore a lei, il rifiuto del figlio nato da una relazione con un vicino sposato, la gelosia con cui nasconde a tutti la più banale informazione sulla sua vita privata. E la conflittualità si esprime anche nelle sue maniere: secondo molti testimoni Dorothy è dura, scabrosa, maligna, sarcastica. Al contrario, la squisitezza dei modi di Lord Peter, la sua sensibilità per i sentimenti altrui, sono fra le caratteristiche salienti del personaggio.

Una delle prime donne laureate ad Oxford

Dopo la scuola superiore Dorothy studia ad Oxford, dove si distingue per gli atteggiamenti, provocatori, per la passione acritica e imbarazzante che riversa su ciò che ama, siano persone o istituzioni culturali secolari. Si potrebbe auspicare per lei, come per le sue poche e coraggiose  colleghe di quei tempi, una carriera universitaria, dopo la laurea ottenuta a pieni voti. Invece Dorothy torna a casa, legge avidamente romanzi gialli, prova diversi impieghi fino ad approdare all’agenzia di pubblicità S.H. Benson, come copywriter. Della sua prima giovinezza dirà poi: “Sono stata una figlia unica , e praticamente non ho mai visto né parlato con un uomo della mia età fino ai venticinque anni”. Ora si apre un nuovo periodo nella sua vita; gli anni dei romanzi gialli, che vanno dal 1921 al 1937, sembrano coincidere, sul piano esistenziale, con una ricerca di maggior concretezza, di atmosfere meno rarefatte di quelle in cui è vissuta finora, di situazioni più comuni. Si potrebbe supporre che l’ambientazione stessa dei romanzi rappresenti per lei un tentativo di normalizzazione, di integrazione. È il solito ambiente della middle class britannica, che scorre sulle rotaie del buon senso e dei valori borghesi, lo stesso di Agatha Christie, ma raccontato dal di fuori, con distacco ironico e nello stesso tempo con pignoleria maniacale. Solo di tanto in tanto questo tessuto ordinato lascia trasparire realtà più  inquietanti per l’epoca. In The Man with Copper Fingers il protagonista racconta: “… il solo racconto che non m’interessava sentire da lui era quello piccante. Non che non mi piacciano le storielle spinte – non vorrei che pensaste che io sono bigotto – ma lui le raccontava fissando intensamente l’ascoltatore, con l’aria di sospettare che ne fosse coinvolto. Ho conosciuto donne che hanno questo atteggiamento con gli uomini e ho conosciuto uomini che lo fanno con le donne, al punto da farle contorcere per l’imbarazzo, ma lui è l’unico uomo capace di far sentire così me...”. In Unnatural Death è lo stesso tracciato portante della detection che viene deviato e interrotto per seguire i risvolti psicologici di un complicato rapporto fra due donne. Ciononostante gli spaccati sulle situazioni scabrose sono inseriti con tale ingenua noncuranza da lasciare sempre in dubbio sulle reali intenzioni dell’autrice. Nel 1921, oltre alla stesura del primo romanzo Whose Body? (pubblicato nel 1923) Dorothy Sayers inizia a scrivere alcuni racconti che, con gusto ottocentesco, sono incentrati sul particolare e sull’eccezionale; passa in rassegna casi rari della medicina, tecniche di delitto stravaganti, coincidenze straordinarie. The Cave of Ali Baba è ispirato da Doyle (Lord Peter si finge morto e vive sotto falso nome per due anni allo scopo di distruggere una società segreta di criminali). 

La saga di Lord Peter Wimsey

Alcuni colleghi raccontano che la Sayers si sia innamorata del suo personaggio (in netto contrasto con i sentimenti espressi da altri autori verso i propri eroi). Lord Peter Wimsey nasce nel primo romanzo, nel secondo indaga all’interno dei propri rapporti familiari (Cloud of Witness, 1926); nel 1927 recupera credibilità psicologica con un’ipotetica biografia premessa a Unnatural Death, che spiega gli aspetti stereotipati del suo carattere in chiave di compensazione nevrotica. Seguono The Unpleasentness at Bellona Club (1928) e The Document in the Case (1930) un lavoro composito in cui l’autrice amalgama le tecniche del genere epistolare con quelle del poliziesco e con una completa analisi scientifica (per cui si fa aiutare nella stesura da Robert Eustace). In questo romanzo, che non appartiene alla serie di Lord Peter,  compare una donna che stigmatizza il comportamento maschile con affermazioni evidentemente meditate dall’autrice (“gli uomini non possono fare a meno di essere egocentrici, fa parte del loro ruolo psicologico; così come le donne sono costrette ad essere altruiste per via dei figli, eccetera… “ o anche “...c’è qualcosa di molto irritante nella tranquilla assunzione di superiorità che l’uomo tira fuori quando si rivolge alla donna...”). Ma questa miss Milsom risulta poi essere una vecchia zitella squilibrata che, in seguito al suo tentativo di sedurre un giovanotto, viene rimossa, tagliata fuori dal gioco, ricoverata in casa di cura.
Con il tempo la scrittura si fa sempre più elaborata. La scrittrice attinge dalla sua vasta cultura mosaici di citazioni, sovrappone comedy of manners, racconto umoristico e romanzo psicologico, si preoccupa di suffragare l’intreccio poliziesco con diagrammi, mappe, documenti e disegni, con esattezza accademica aggiunge note di correzione alle ristampe. Dei suoi libri C. Heiburg dice che “un professore d’inglese può leggerli senza provare l’irresistibile tentazione di fare irritanti note a margine”. Contemporaneamente svolge ricerche accurate sui particolari scientifici e sugli ambienti specifici in cui si muovono i suoi personaggi. The Five Red Herrings è un affresco dal vero della vita artistica di Galloway, Murder Must Advertise del 1933 sfrutta la sua esperienza nell’agenzia pubblicitaria, ma soprattutto in The Nine Taylors, che si svolge tutto attorno a una cattedrale gotica e ai virtuosismi delle sue campane, l’ambiente è predominante, la campanologia diventa struttura portante della narrazione stessa.
Da tutto il lavoro , la meditazione e la ricerca letteraria emergono i saggi critici; Aristotle on Detective Fiction del 1935, che coniuga  equilibrato umorismo e lucido giudizio interpretando la poetica di Aristotele come guida per la scrittura del giallo, e le introduzioni, come curatrice, a quattro antologie del giallo, in cui tratteggia la storia del genere, discute la tecnica della short story, cerca di classificare i diversi filoni e ribadisce che la detective story può essere grande e avere dignità artistica, ma deve seguire le proprie regole interne. Raggiunti questi risultati sembra che il suo interesse per il mystery sia esaurito. 

Il progressivo distacco dal giallo

Restano i romanzi in cui il sentimento prevale sulla detection. Già in Strong Poison del 1930, nel corso della sua progressiva umanizzazione, lord Peter s’è innamorato, condizione pericolosissima tanto per la vita fisica che per quella letteraria di un investigatore. Harriet Vale è una figura di donna libera, intelligente, colta e  amata proprio per questo. La sua relazione con Peter è piuttosto nevrotica, pervasa di dubbi e tensioni, ma non c’è ostilità nel rapporto fra i sessi. In Gaudy Night del 1935 gli innamorati sconfiggono, insieme all’assassino, le loro stesse esitazioni e decidono di sposarsi. Busman’s Honeymoon del 1937 è l’elaborazione di una commedia, scritta a quattro mani con Muriel St. Clare Byrne, è un romanzo lunghissimo in cui la detection occupa ben poco posto, una sorta di monumento agli eroi che abbandonano la scena. Al termine dell’esecuzione dell’assassino che ha fatto condannare, Lord Peter Wimsey scoppia in un pianto dirotto fra le braccia della moglie; con quest’immagine si chiude la sua saga.
Avanti negli anni Dorothy Sayers acidamente dichiara: ”Ho scritto gialli perché avevo bisgono di guadagnare, dopo aver messo insieme un po’ di soldi, ho incominciato a scrivere quel che veramente mi interessava”. Non è facile verificare quanto del suo talento investigativo abbia applicato alla teologia perché i suoi saggi hanno scarsa diffusione al di fuori della Gran Bretagna. Politicamente è di idee conservatrici, in materia di studi religiosi è affascinata dal Medioevo. A partire dal 1937 scrive quattro drammi sacri ; il più famoso e discusso, che mescola motivi politici contemporanei alla storia sacra, è The Man Born to Be King. La Hitchman sostiene che Dorothy Sayers scopre Dante durante un bombardamento nel corso della Seconda guerra mondiale; non sembra molto probabile, dato che s’era occupata di letteratura medievale europea fin dai tempi dell’università ed aveva continuato ad occuparsene anche negli anni ‘30, traducendo la Chanson de Roland. In ogni caso Dante diventa la sua ultima grande passione; lo descrive come “un superbo narratore con un vivido sense of humor”. Prima della morte (1957) riesce a tradurre Inferno e Purgatorio e a pubblicare il saggio Further Papers on Dante; lascia incompleto il Paradiso.
 

Prima edizione in  “Mistfest 88”, anno VII, n.1, giugno 1988, pp.139-40